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Dott.ssa Letizia Giribaldi Psicologa

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Famiglie – Bambini e Ragazzi – Adulti e Anziani – Forlì-Faenza-Ravenna

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Tag: psicologo

Curiosità

L’importanza della Responsabilità…anche nei Bambini

17 gennaio 202015 gennaio 2021 letiziagiribaldi

E’ possibile insegnare ai Bambini ad essere Responsabili?

Bambini e Responsabilità

Responsabilità significa essere responsabili, sapersi assumere le conseguenze delle proprie decisioni. Non tutti sono capaci ad essere responsabili e non tutti comprendono l’importanza di esserlo. Si ritiene inoltre, il più delle volte, che spetti agli adulti essere responsabili e che i bambini non siano in grado di esserlo realmente, poiché concetto difficile da spiegare, da far passare e, ancor di più, da agire.

Ci sono concetti più semplici e altri più complessi da insegnare ma, in entrambi i casi, non è semplice. Spesso si tende a delegare a quando sarà grande, alcuni insegnamenti perché ritenuti inadatti o troppo complessi per i bambini, salvo poi ritrovarsi giovani adolescenti che fanno fatica a rapportarsi in maniera matura con il mondo. Può essere il caso della responsabilità. Essere responsabili dovrebbe essere una caratteristica di tutti gli adulti, ma ricordiamoci che tutti gli adulti sono stati bambini e gli insegnamenti di concetti profondi, come questo, possono e devono iniziare in tenera età.

Come si può spiegare ai bambini cosa significa essere responsabili e, ancor di più, come far sì che essi stessi lo siano?

Il primo aspetto, al di là della spiegazione verbale su cosa significhi essere responsabile, è sicuramente l’esempio. Lo ribadiamo spesso, l’esempio è più importante delle parole per i bambini. Cosicché se noi adulti ci comportiamo in maniera responsabile, accettando le conseguenze delle nostre decisioni, i bambini impareranno da sé cosa significhi.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, è consigliabile far provare loro cosa voglia dire essere responsabili. Più precisamente, far comprendere l’importanza di prendere una decisione e mantenerla per un tempo abbastanza lungo. Un esempio può essere quello della scelta dello sport. Oggigiorno vediamo bambini cambiare 7 sport in un anno, perché non si divertono, perché i compagni non sono simpatici, perché l’insegnante è severo, perché si stanca troppo,…
E’ sicuramente importante far provare diversi sport e far scegliere al bambino quello che preferisce, ma è altrettanto importante spiegare che, una volta presa una decisione, quella deve essere mantenuta non certo per sempre, ma almeno per quell’anno.
Le motivazioni sono molte, da una parte il rispetto per l’insegnante, dall’altro quello per i compagni che contano l’uno sull’altro e, non ultimo, imparare proprio cosa significhi prendere una decisione ed essere in grado di mantenerla. Viene da sé che il bambino non debba essere lasciato solo nella scelta, ma è necessario prendersi un po’ di tempo per ponderare insieme quali siano gli aspetti positivi e quali quelli negativi per poi giungere ad una conclusione pensata e cosciente.
Quello dello sport è soltanto un esempio, se ne potrebbero fare tanti altri come i percorsi presso un professionista (sia esso psicologo, logopedista, psicomotricista ecc,…), corsi estivi, corsi per imparare una lingua, …

L’obiettivo non è quello di obbligare i bambini a svolgere un’attività che non piace loro, quanto piuttosto a insegnare, con l’esempio diretto, cosa significhi assumersi le proprie responsabilità, nel piccolo dello sport così come nel mondo della scuola e in quello extrascolastico.
Imparare fin da piccoli cosa significhi assumersi la responsabilità aiuterà in futuro sia a prendere le decisioni ponderando bene ogni aspetto, sia a impegnarsi realmente e con dedizione in un ambito specifico, sia esso uno sport o la scuola, sia un ambito divertente che piace molto, sia un ambito meno divertente ma assolutamente importante come la scuola.

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Curiosità

L’importanza della Scrittura

10 gennaio 2020 letiziagiribaldi

Perché è Importante Scrivere in Corsivo

Scrittura in corsivo

Tutti noi, a partire dalla fine della scuola Primaria, personalizziamo la scrittura in corsivo. C’è chi sostituisce alcune lettere del corsivo con lettere in stampatello minuscolo, chi cambia scrittura spesso e chi, addirittura, non scrive più in corsivo perché troppo laborioso o perché poco comprensibile. Addirittura a molti bambini già alla primaria viene consigliato di non scrivere più in corsivo perché incomprensibile (in alcuni casi può trattarsi di disgrafia, ma non in tutti).
Lo sviluppo della tecnologia, dei computer, dei cellulari e dei tablet non ha aiutato in questo, anzi ci ha abituato alla comodità della dattilografia (che poi, chi realmente sa usare tutte le regole della dattilografia?!) e ci ha incentivato ad abbandonare la scrittura a mano e ancor di più la scrittura in corsivo.

Ma perché allora a scuola si impara il corsivo?

Se tanto ognuno di noi personalizza, giustamente, la propria scrittura secondo la propria comodità e personalità, perché insistere tanto sul corsivo?

Partiamo ricordando che la scrittura non è un qualcosa di separato dalla nostra vita quotidiana, sia perché a tutti, più o meno speso, capita di dover scrivere, sia perché la scrittura è espressione della motricità ed in particolare della motricità fine.
La motricità fine è quella particolare motricità che ci permette di afferrare e manipolare piccoli oggetti. La motricità fine si esprime soprattutto attraverso la presa con le tre dita delle mani: pollice, indice e medio.
Lo sviluppo corretto della motricità fine ha ripercussioni molto importanti sulla nostra vita poiché ci permette di abbottonarci camicia, giacca, allacciarsi le scarpe, prendere e utilizzare piccoli oggetti e, appunto, scrivere.
La scrittura è un’abilità complessa che dipende da diverse componenti, tra cui proprio la motricità fine.

Se un bambino o un ragazzo ha molte difficoltà nella scrittura in corsivo, è pertanto preferibile lavorare su questa difficoltà poiché può celare fragilità nella motricità fine, nella gestione dello spazio, della superficie del foglio o del tavolo. Sollevarlo dalla scrittura massiccia in corsivo (ad esempio da dettati lunghissimi) può essere una strategia iniziale per evitare che si stanchi troppo. Infatti chi ha difficoltà nella scrittura in corsivo spesso tende ad avvertire male alla mano con cui scrive, tuttavia risulta fondamentale fare un percorso di rieducazione alla scrittura sia per migliorare il corsivo, ma soprattutto per migliorare tutte quelle abilità interconnesse alla scrittura. Ricordiamo che l’esercizio è importante e senza esercizi il rischio è quello di perdere delle abilità. Con questo non si vuole assolutamente insinuare che sia necessario scrivere e riscrivere mille pagine, tuttavia attraverso esercizi mirati che sappiano colmare le difficoltà o alcune abilità ancora poco sviluppate (come ad esempio alcuni muscoli della mano), si può migliorare la scrittura e, di conseguenza, tutte le abilità ad essa correlate.

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Curiosità

Diagnosi e Test DSA

27 settembre 201915 gennaio 2021 letiziagiribaldi

Chi può farli e Iter Diagnostico

Diangosi e Test DSA

Quando un genitore ha il sospetto che le difficoltà riscontrate dal proprio figlio nello studio, siano legate a un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), deve immediatamente rivolgersi a dei professionisti.

In Italia, la valutazione e l’eventuale diagnosi di DSA può essere effettuata solo da Psicologi che effettuino valutazioni neuropsicologiche o Medici, attraverso l’utilizzo di test standardizzati, seguendo apposite linee guida.
A seconda della Regione di appartenenza, l‘iter diagnostico può essere intrapreso presso un’azienda della sanità pubblica, oppure presso un professionista privato che abbia competenza in materia.

In alcune regioni la valutazione e la diagnosi di DSA possono essere effettuate solo dall’ASL, in altre possono essere effettuate da professionisti privati e validate dall’ASL, in altre ancora possono essere effettuate solo dall’ASL o professionisti accreditati.
Per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, è possibile intraprendere l’iter sia all’AUSL, sia presso un professionista. In alcuni casi poi, la scuola richiede che la certificazione sia validata dall’AUSL (la validazione è molto veloce da ottenere).

Sia che venga fatta presso l’ASL, sia che venga fatta presso uno psicologo, la valutazione deve essere effettuata attraverso test standardizzati che indaghino le seguenti aree:

  • Intelligenza
  • Lettura
  • Comprensione
  • Scrittura
  • Matematica e Calcolo
  • Memoria e Attenzione

La valutazione viene effettuata, in genere, nell’arco di 4 incontri. La durata della valutazione dipende, ovviamente, anche dall’età e dalla capacità di concentrazione del bambino/ragazzo. Infatti se quest’ultimo risultasse molto stanco, è buona pratica interrompere la valutazione e fissare un nuovo appuntamento, per evitare che la stanchezza vada ad interferire con la valutazione degli apprendimenti.

Al termine della valutazione, lo psicologo corregge i test e redige una relazione, in cui annota e descrive i risultati e inserisce la diagnosi di DSA.
La diagnosi è strettamente legata ai risultati ottenuti durante la valutazione e deve seguire precisi criteri diagnostici.

I 4 incontri sono, in genere, così suddivisi:
1. Colloquio con uno o entrambi i genitori per la raccolta di informazioni;
2. Valutazione cognitiva;
3. Valutazione degli apprendimenti, memoria e attenzione;
4. Colloquio di restituzione con i genitori.

Quando si può fare Diagnosi di DSA

La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere effettuata alla fine del 2° anno di scuola Primaria, mentre la diagnosi di discalculia può essere effettuata a partire dalla fine del 3°anno della scuola Primaria.

Quando va Aggiornata la Diagnosi DSA?

La valutazione e la conseguente diagnosi va rifatta ad ogni passaggio di grado.

legge170_10Download

Per Maggiori Informazioni sulle Valutazioni DSA

Sitografia:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2012/08/18/12A09058/sg
https://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&datagu=2010-10-18&task=dettaglio&numgu=244&redaz=010G0192&tmstp=1288002517919

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Curiosità

Diagnosi DSA

27 settembre 201927 settembre 2019 letiziagiribaldi

Chi può farla e Iter Diagnostico

Iter Diagnostico DSA

Quando un genitore ha il sospetto che le difficoltà riscontrate dal proprio figlio nello studio, siano legate a un disturbo dell’apprendimento, deve immediatamente rivolgersi a dei professionisti.

In Italia, la valutazione e l’eventuale diagnosi può essere effettuata solo da Psicologi che effettuino valutazioni neuropsicologiche o Medici, attraverso l’utilizzo di test standardizzati, seguendo apposite linee guida.
A seconda della Regione di appartenenza, l’iter diagnostico può essere intrapreso presso un’azienda della sanità pubblica, oppure presso un professionista privato che abbia competenza in materia.

In alcune regioni la valutazione e la diagnosi possono essere effettuate solo dall’ASL, in altre possono essere effettuate da professionisti privati e validate dall’ASL, in altre ancora possono essere effettuate solo dall’ASL o professionisti accreditati.
Per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, è possibile intraprendere l’iter sia all’ASL, sia presso un professionista. In alcuni casi poi, la scuola richiede che la certificazione sia validata dall’ASL (la validazione è molto veloce da ottenere).

Sia che venga fatta presso l’ASL, sia che venga fatta presso uno psicologo, la valutazione deve essere effettuata attraverso test standardizzati che indaghino le seguenti aree:

  • Intelligenza
  • Lettura
  • Comprensione
  • Scrittura
  • Matematica e Calcolo
  • Memoria e Attenzione

La valutazione viene effettuata, in genere, nell’arco di 4 incontri. La durata della valutazione dipende, ovviamente, anche dall’età e dalla capacità di concentrazione del bambino/ragazzo. Infatti se quest’ultimo risultasse molto stanco, è buona pratica interrompere la valutazione e fissare un nuovo appuntamento, per evitare che la stanchezza vada ad interferire con la valutazione degli apprendimenti.

Al termine della valutazione, lo psicologo corregge i test e redige una relazione, in cui annota e descrive i risultati e inserisce la diagnosi.
La diagnosi è strettamente legata ai risultati ottenuti durante la valutazione e deve seguire precisi criteri diagnostici.

I 4 incontri sono, in genere, così suddivisi:
1. Colloquio con uno o entrambi i genitori per la raccolta di informazioni;
2. Valutazione cognitiva;
3. Valutazione degli apprendimenti, memoria e attenzione;
4. Colloquio di restituzione con i genitori.

Quando si può fare Diagnosi

La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere effettuata alla fine del 2° anno di scuola Primaria, mentre la diagnosi di discalculia può essere effettuata a partire dalla fine del 3°anno della scuola Primaria.

Quando va Aggiornata la Diagnosi?

La valutazione e la conseguente diagnosi va rifatta ad ogni passaggio di grado.

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Sitografia:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2012/08/18/12A09058/sg
https://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&datagu=2010-10-18&task=dettaglio&numgu=244&redaz=010G0192&tmstp=1288002517919

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